LEGGENDE NAPOLETANE
scricchiolano lievemente le foglie morte. La vegetazione sbuca possente dal suolo, s'ingrossa nei tronchi nodosi, si espande nei rami che si intrecciano
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le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare
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Oggi, domenica, festa degli Ulivi. Cristo entra in Gerusalemme portando in mano il ramoscello della pace. Oggi, buon lettore, si fa la pace. Vi è chi
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Li conosci tu? Li conosci tu questi giorni fangosi e sporchi, quando la Noia immortale prende il colore bigio, l'odore nauseante, la pesantezza
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narratori; io stessa la raccolsi rozza ed informe dalla tradizione popolare e voglio, narrandola a voi, consacrarla in questa scrittura, affinché ne possano
LEGGENDE NAPOLETANE
La quale istoria fu così. Nell'anno 1445 dalla fruttifera Incarnazione, regnando Alfonso d'Aragona, una fanciulla a nome Caterina Frezza, figlia di
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La cappella è glaciale. Pavimento di marmo, marmo alle pareti, tombe di marmo, statue di marmo alle pareti, tombe di marmo, statue di marmo. Un marmo
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Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le
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Assisa innanzi allo specchio, ella lasciava che la sua acconciatrice passasse il pettine nella ricchezza dei capelli biondo-fulvi, di un colore
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Là, dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere rocce che sono le inattaccabili fondamenta del Castello dell'Ovo, dove lo
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la tua bella realtà di luce e di profumi. Tu leggi le storie del passato, ma le sirene, i cavalieri, le dame, i monaci, i grassi borghesi, i pallidi
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La leggenda di Donnalbina, Donna Romita, Donna Regina, corre ancora per la lurida via di Mezzocannone, per le primitive rampe del Salvatore, per
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pesante assopimento dell'estate; vicino, sotto la finestra, in un tegame dove bolle lo strutto, scoppiettano e friggono certi peperoncini verdi ed
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lampada, se la giovane madre, o la gentile sorellina, o la nonna dagli occhiali d'oro, o la zia che lavora di calza, non racconta loro una storia, una
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vi narrerò non la storia, ma la leggenda del mio poetico golfo. Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre